Unmaar

Da Faerun Legends Wiki.
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Unmaar è un ragazzone alto poco oltre il un metro e novanta, ne muscoloso ne grasso, tozzo, così infatti lo chiamano, Unmaar il tozzo. I capelli sono di un rosso ramato opaco, portati lunghi in capo con una coda e rasati ai lati; gli occhi marroni screziati di verde. Negli anni è riuscito a farsi crescere una folta barba, anch'essa rossastra, di cui và fiero; ma quello che più colpisce nel fisico sono le spalle, larghe e robuste, e le mani, grosse, forti, callose, quasi sproporzionate, frutto degli allenamenti col fratello e di giornate nella fucina del padre. Sul braccio destro ha tatuato una Bestia del Tuono di colore celeste come simbolo di devozione ad uno dei totem di Uthgar.

Unmaar è il quarto figlio di Ungaar"l'inarrestabile",chiamato così per la sua attrazioni al cibo e alla birra, e Belithiak; prima di lui vennero al mondo il frtello Ungaart e le sorelle Belithìali Belìthiaki. Crebbe a stretto contatto con la sua famiglia in una minuscolo villaggio nella parte Nord occidentale del Vaasa,a poche leghe dal Grande Ghiacciao e la Prateria. Le primavere si susseguirono veloci e quando ebbe l'età giusta, il fratello, più vecchio di nove primavere, gli insegno il combattimento,sia con le armi che a mano. Unmaar crebbe col desiderio di viaggiare,di vedere terre nuove,di battersi,di correre rischi inutili,di passare nottate con donne dall'accecante bellezza. I suoi guai cominciarono appana partito; si fermò in una bettola malfamata a pochi giorni di viaggio dal suo villaggio. Mentre sorseggiava un bel boccale di scura birra del Sud in un agolo poco illuminato,un tizio, visibilmente ubiaco, assieme ad un allegra brigata di tre suoi pari, commise l'errore di parlar male di un fabbro di un piccolo villaggio "di rozzie e sudici", così disse: "...quel grasso maiale dal pelo rosso non è riuscito a riparare come si deve i miei coltelli; tornerei li solo per sgozzarlo come il maiale che è. E magari vedere di cosa sono capaci le due ragazze della capanna vicino!". Quello che seguì furono grasse risate, il rumore di un boccale sbattuto con forza, lo scricchiolio di una sedia. Unmaar si avvicino con fare deciso al tavolo da dove proveniva quella voce; seppur ubriaco,l'uomo notò la somiglianza col fabbro...i capelli e la barba rossa poi. Unmaar non era sicuramente conosciuto per la sua diplomazia. Non perse tempo, scagliò un forte colpo col dorso della mano chiusa sul grugno del primo alla sua desta che finì a gambe in aria, l'uomo alla sinistra di questo, fece per alzarsi, ma la mano Unmaar prese la sua testa e la sbatte più forte che poteva sul muro, facendo cadere l'uomo privo conoscenza. Uno riuscì a scappare,dal fisico esile e vestito di nero come la notte. Ne restava uno da sistemare, ed era quello che piu voleva far soffrire. Unmaar non voleva ucciderlo ma provocare così tanto dolore da far desiderare la morte. Quello stava fermo, ammantato anch'esso di nero, un assurdo ghigno stampato in faccia. Unmaar lo fissava immobile poi quando decise di attaccare, un sibilo, dolore ,un rivolo di sangue rigò il lato destro del collo dal pomo a sotto l'orecchio, poi un rumore di legno infranto. Il fuggitivo tornò e spacco una sedia sulle spalle del giovane barbaro. Cadde, imboccò la porta, ma quelli erano spariti. Giurò che se avesse rivisto quel pidocchio, gli avrebbe mozzato la testa e se la sarebbe appesa al collo

Curiosità

Gesta

Non tutti sanno che...

Dicono di Lui...

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